Infanzia fuorilegge
Mi chiedo spesso come sia possibile per noi umani trovarci ogni giorno al cospetto di questioni tanto grandi e di indubbia priorità assoluta, eppoi proseguire per la nostra strada sia pur costellata di ragioni a volte importanti, a volte meschine.
E’ come essere alla guida di una bella auto, comodissima, con un controllo perfetto della strada, ascoltando un pezzo musicale stupendo riprodotto magnificamente, con la moglie accanto e un paio di marmocchi addormentati sul sedile posteriore e… puntare alla fine della strada precipitando nel dirupo come in quella bellissima scena finale di Thelma & Luoise: con il sorriso sulla bocca e il crescendo musicale, si invola il passato, il presente e il futuro dei viaggiatori…
Mi piacerebbe ammettere l’esagerazione, ma temo sia impossibile riflettendo sulle sorti della nostra specie.
Ogni buona madre o padre di famiglia considera il futuro con uno sguardo ben più lungo della propria vita, è cosa naturale. Si cerca di fare bene le cose perché è importante offrire ai figli, buoni strumenti per la costruzione della loro vita, dopo di noi. Non solo. Sappiamo bene che è il vivere quotidiano già dalla prima infanzia, che concorre alla realizzazione dell’adulto che sarà nel mondo con le sue dotazioni emotive, sentimentali, di equilibrio, passione, talenti. Come a dire, può essere una carezza, un abbraccio, un incoraggiamento, anche una punizione che faranno poi le qualità delle donne e gli uomini del futuro.
Forse su questo siamo tutti d’accordo. Poi, tutti insieme, come umanità planetaria, trattiamo l’infanzia come se puntassimo ardentemente alla massima infelicità di tutti, nessuno escluso: precipitando nel dirupo.
La fotografia dei bambini e giovani nel mondo è tale, che l’Organizzazione delle Nazioni Unite, dovrebbe dichiarare l’infanzia un valore universale inviolabile e costituire una forza speciale molto efficiente e capace di intervenire in ogni punto del pianeta ove anche un solo bambino sia impedito di vivere la sua infanzia. Tutto questo, ripeto, non solo per quel bimbo, ma per assicurarci un futuro collettivo.
Ogni anno Save The Children diffonde rapporti sullo stato dell’infanzia e l’adolescenza nel mondo. I numeri sono talmente ciclopici, che non occorrono commenti. Il report della fine dello scorso anno riporta che «Nel mondo sono più di 400 milioni i minori che vivono in zone di guerra, più del doppio rispetto alla metà degli anni ’90, mentre anche in Europa il numero di quelli esposti al conflitto è quadruplicato in un solo anno, passando da 2 a 9 milioni, per effetto della guerra in Ucraina. A livello globale, l’impatto delle guerre, insieme a quello dei cambiamenti climatici e delle conseguenze del Covid-19, minacciano direttamente il futuro di quasi 1 bambino su 10, e stanno compromettendo l’accesso all’istruzione di 222 milioni di minori in età scolare».
Per chi vuole approfondire, annoto il link del rapporto a fine articolo. Qui aggiungo solo che «Il continente africano sta subendo gravi conseguenze a causa dell’impatto crescente della crisi climatica, che ha già costretto nel 2022 allo sfollamento quasi 2 milioni di bambine e bambini nell’Africa subsahariana, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Ma i cambiamenti climatici stanno segnando la vita dei bambini a ogni latitudine, contribuendo a causare la più grave crisi alimentare degli ultimi decenni».
Cosa fanno gli adulti alla guida del pianeta? In Medio Oriente, per esempio, i criminali misogini di Hamas spediscono i loro giovani a violentare e massacrare i loro coetanei oltre confine; gli adulti di questa parte reagiscono con uno sterminio infinito, crudele, cieco che produrrà odio giovanile per i decenni a venire.
Una bella miniserie televisiva svedese disponibile su Netflix – Non lasciarmi cadere – ambientata nel bel mezzo di un’umanità multietnica del civilissimo nord Europa, rende perfettamente l’idea di come funziona la criminalità moderna che utilizza i bambini per le cose più orrende. Bambini spesso costretti a scegliere tra false verità criminali e false verità legittime. Cose simili le vediamo in Italia con le cronache di Napoli dove La camorra arruola bambini, i cosiddetti “muschilli”: bambini e ragazzini come soldati che si passano armi e droghe e fanno vita di trincea. Le famiglie? Silenti quando non complici… i bambini soldato delle milizie africane non sono così lontani dal nostro vissuto occidentale.
Il report di Lost in Europe informa che dai centri di accoglienza europei si sono allontanati oltre 51 mila bambini e adolescenti dal 2021 al 2023. L’Italia al primo posto con 20 minori stranieri soli, spariti ogni giorno, 23 mila in tre anni. Possiamo immaginare il peggio per la destinazione di questa giovane umanità ‘scomparsa’.
I nostri TG in questi giorni ci mostrano gli orrori del Beccaria, nel centro della città più evoluta d’Italia, Milano: un gruppo di addetti alla sorveglianza dei detenuti del centro minorile, dipendenti dello Stato, massacrano un quindicenne seminudo e sanguinante colpevole di autolesionismo. Cosa possiamo aspettarci dal futuro di questo giovane disperato mentre quello delle guardie sarà probabilmente in altra struttura per continuare a fare il loro mestiere?
E i nostri figli, quelli che fanno le scuole giuste con tutto il necessario e anche le dotazioni superflue, come stanno? Molto male, grazie! Lo psichiatra e psicoanalista Massimo Ammaniti, specialista nella cura di bambini e teenager spiega che «Il 2012 è oggi considerato uno spartiacque tra le generazioni. Perché è l’anno in cui a livello di massa si diffondono gli smartphone che arrivano anche nelle mani dei bambini. Strumenti di una potenza inaudita, a mio parere anche devastante se regalati prima dell’adolescenza» e perentorio intima «Basta con i prof in cattedra, arroccati dietro il programma, mentre migliaia di studenti sempre più smarriti chiedono di essere visti e ascoltati. O prendiamo coscienza che è in atto una mutazione antropologica dell’adolescenza, oppure perderemo il contatto con i giovani».
Viola Ardone, scrittrice, insegnante, che molto ha lavorato anche con i ragazzi dell’Istituto penale per minori dell’isola di Nisida, la dice chiarissima: «Per liberare gli studenti dall’ansia bisognerebbe liberare la scuola, aprirla, farla respirare dalle micragne burocratiche che la soffocano, farla arieggiare, rimettere al centro il dialogo, il confronto. La scuola dovrebbe tornare a essere un luogo di comunità e di incontro invece che la prefigurazione di un sistema aziendale basato su premi di produzione e licenziamenti in tronco».
Queste generazioni che sono il futuro dell’umanità, meritano buoni maestri. E noi adulti per esserlo, dobbiamo prima di tutto esserlo di noi stessi mettendo al centro le nostre enormi responsabilità disattese, il nostro senso della verità, dell’etica intima: quella che risponde al nostro animo pulito e generoso prima ancora che alla legge. Certo poi la scuola è fondamentale se popolata di buoni maestri come scrive Massimo Recalcati in questi giorni su Repubblica: «La vocazione all’insegnamento è una cosa seria che andrebbe ripensata a fondo. Fare l’insegnante non può essere un ripiego qualunque. Avendo dedicato una vita all’insegnamento so bene quanto la parola di un maestro possa risultare decisiva nel cammino di una vita. A condizione che quella parola sia viva, accesa, non spenta dalla noia e dalla rassegnazione».
Link Report Save The Children:
https://www.savethechildren.it/press/giornata-internazionale-infanzia-e-adolescenza-ancora-sotto-attacco-il-diritto-stesso-alla
Link Report Save The Children Infanzia rubata:
https://www.savethechildren.it/finedellinfanzia_lm
Link scena finale Thelma & Louise:
https://www.youtube.com/watch?v=H3X53CbONZ8
Trailer miniserie Netflix Non lasciarmi cadere:
https://www.youtube.com/watch?v=bCOhAzMUGUU