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Le Comunità Energetiche: sostenibili, etiche, solidali

Tempo di lettura: 3 minuti

Da qualche tempo si parla di Comunità Energetiche, ma, la mia impressione, è che del tema si è percepito solo il fascino del nome, poco del senso e soprattutto della forte utilità della forma associativa che ha il suo senso nella sostenibilità ambientale e anche nella solidarietà sociale.
Ne parliamo con Silvano Delai, presidente di una Comunità Energetica da poco costituitasi in una piccola comunità Toscana, quella del Comune di Casale Marittimo, in provincia di Pisa.

Che cos’è una Comunità Energetica?
«E’ un soggetto giuridico che si occupa di dare gambe ad una direttiva UE del 2018/2001 – approvata nel 2024 dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – che norma ed incentiva la produzione di energia da fonti rinnovabili: fotovoltaico, eolico, idroelettrico e geotermico».

Quali sono le finalità?
«Accelerare il passaggio alle rinnovabili e transizione energetica organizzando una produzione di energia, redistribuendola nell’ambito territoriale (della cabina primaria, nel caso nostro la n AC001E00581 che comprende più Comuni) cioè nello stesso territorio di produzione, questo associando produttori (prosumers) e consumatori (consumers)».

Proviamo a spiegarlo in termini pratici…
«A Casale Marittimo è nata una CER sorta dal basso, il cui percorso è cominciato ad inizio 2024 dall’iniziativa di 5 cittadini che hanno deciso di darle vita direttamente. Dal 12 settembre 2024 è costituita ufficialmente la CER alla quale abbiamo aggiunto la S di solidale: l’abbiamo chiamata CERS–ACE, che sta per Comunità Energetica e Solidale dell’Alta Costa Etrusca. Questa offrirà vantaggi particolari sia ai produttori, sia ai consumatori di energia prodotta da fonti rinnovabili che si associano nei sette comuni di Bibbona, Casale Marittimo, Cecina, Guardistallo Montescudaio, Riparbella e parte di Castellina Marittima; è bene specificare che i confini comunali non sempre coincidono con quelli della cabina primaria per cui la certezza viene solo dalla posizione del contatore codice POD».

Quali vantaggi rispetto a chi installa un impianto per iniziativa individuale?
«Per gli associati alla Comunità Energetica i vantaggi economici sono molto concreti: un contributo sul finanziamento dell’impianto che può essere del 40% oppure del 50% secondo la scelta di contributo diretto oppure di recupero fiscale. Inoltre, l’energia prodotta e non consumata dal produttore/consumatore viene ceduta alla ”rete degli associati alla CER“ che ne riceve un incentivo per ogni Kwh dal GSE SpA, il Gestore dei Servizi Energetici interamente partecipato dal Ministero dell’economia e delle finanze, al quale è attribuito l’incarico di promozione e sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica».

La Comunità Energetica assiste i propri associati nel rapporto con gli enti energetici nazionali?
«La CER è fondamentale anche in questo senso, alleggerendo ogni incombenza: oltre le pratiche burocratiche e la stessa installazione che vengono eseguite da soggetti convenzionati».

Quante Comunità Energetiche sono attive in Italia?
«Al momento sono circa 200, ma il numero è in rapida crescita»

A chi si rivolgono?
«A tutti i cittadini, a piccole e medie imprese, amministrazioni comunali, a enti religiosi. Recentemente anche il Papa in persona ha dato indicazione di costituire in tutte le Parrocchie una Comunità Energetica ad iniziativa degli stessi parrocchiani».

A proposito, mi spieghi la S, la parte solidale della Comunità Energetica.
«Il cumulo della produzione energetica in eccesso dell’intera Comunità, viene contabilizzata da GSE in un solo blocco ma computata in modo individuale per i singoli produttori. Ovvero, l’intera cifra corrispondente alla produzione condivisa viene versata alla CER, che a sua volta, sulla base del computo GSE, ridistribuisce i valori ai singoli componenti. Il differimento del valore riconosciuto è certamente vantaggioso rispetto a quello versato dallo stesso GSE al produttore/consumatore privato, non solo, la CER rende disponibile anche una parte di valore per opere sociali che può concordare con l’amministrazione comunale locale, oppure con la parrocchia o altre organizzazioni benefiche».

Come si aderisce alla Comunità Energetica?
«Direi che è la cosa più semplice da fare, si fa una richiesta di adesione alla CERS-ACE compilando l’apposito modulo, dopo qualche giorno riceveranno una risposta con le modalità d’iscrizione.
Noi abbiamo scelto una modalità che renda consapevole dell’adesione alla CERS non solo per un risparmio economico, com’è riportato nello statuto e nel regolamento.
Una volta evase le modalità d’iscrizione la CERS provvede a comunicarle al GSE dopo di che secondo i tempi del GSE il/la richiedente entrerà a far parte della Comunità, ricevendone comunicazione.
Non c’è da cambiare contatore né fornitore di elettricità».

Quindi adesione con motivazioni di vantaggio economico, ma anche scelta ecologica e sociale.
Aderendo ad una CER i vantaggi sono di utilizzare l’energia da fonte rinnovabile e di utilizzarla là dove la si produce. Questo genera un risparmio per l’ente distributore (TERNA), minor spreco e migliore utilizzazione dell’energia elettrica. Tali risparmi di costi l’ente distributore li riconosce alla CER che a sua volta li devolve ai suoi associati e ne trattiene una piccola parte per finalità sociali e di mantenimento».

Riferimenti:
https://www.facebook.com/CERSaltacostaetrusca
https://www.instagram.com/cers_alta_costa_etrusca
https://mailchi.mp/7d7a1b5bb8b6/comunit-energetica-rinnovabile-e-solidale-alta-costa-etrusca

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