Il ciclista rosa
A passeggio tra i canali, il solito turista che arriva ad Amsterdam e che la vuole scoprire a piedi, senza meta. Sorpreso da un silenzio effettivamente inusuale per una grande città che lo sferragliare delle bici non deturpa certo come i motori. Sono grandi questi canali e ci passano barche di vario tipo e dimensioni e naturalmente qualcuno ormeggia in maniera definitiva dei natanti attrezzati a casa… e ci vive.
Si incontrano anche le draghe che tengono pulite queste vie d’acqua e che tirano su dal fondo una serie incredibile di detriti; in grande maggioranza bici: cadute o buttate? Cadute perché di certo di alcol non ne gira poco in questa città oppure buttate senza un apparente perché.
Anche se in bici la vita è comunque abbastanza frenetica, infatti corrono, si superano, sono impazienti ai semafori e questa impazienza emerge anche in altre situazioni. Una signora, chiaramente non olandese, stava camminando su di un lato della ciclabile e non sul marciapiede pedonale; verso di lei si avvicina un ciclista su una vecchia bici non più giovanissimo che già a molti metri di distanza comincia ad inveire contro di lei. La signora si accorge con qualche istante di ritardo che le grida sono indirizzate a lei ma il ciclista continua anzi aumenta la sua velocità dirigendosi verso di lei. C’è la netta sensazione dell’urto ma fortunatamente la signora si accorge del pericolo e si butta sulla siepe che costeggia la ciclabile liberando completamente il passaggio alla bici, che sarebbe passata bene comunque. Il ciclista però non è ancora soddisfatto e si gira sul sellino per inveire ancora verso un pedone che si è permesso di passare su una ciclabile. Comunque la città offre spazi godibilissimi come l’enorme quartiere dei musei dove giganteggia il museo di Van Gogh; oppure spazi con un po’ di intrigante malizia come il quartiere a luci rosse che un po’ di anni fa era decisamente un’attrattiva.
Quello però che affascina sempre sono i canali dove gli abitanti vanno e vengono come in continuazione ed alcuni sono veramente originali come quel ciclista a bordo di una bici rosa davanti alla casa di Anna Frank che ha attirato immediatamente la mia attenzione. Ho detto bici rosa ma forse non mi sono espresso bene: rosa i parafanghi, rosa i tubolari delle ruote, rosa il sellino e il casco ma soprattutto la bici è carica di mazzi di rose davanti e dietro, con farfalle rosa sulle ruote e con un caschetto rosa coccinella, incredibile! A loro piace ovviamente personalizzare le bici e di colori diversi, fogge, strutture originali, la città e piena ma se la bici rosa floreale è condotta da un anziano signore, con la barba incolta, i capelli bianchi, la sigaretta tra le labbra e … gli scarponi ai piedi rosa, allora è tutta un’altra cosa.
La scenetta più divertente è stata però osservare molto da vicino ma non visto, una coppia all’ingresso di uno dei tipici caffè dove oltre a sorseggiare qualcosa ci si può procurare legalmente una canna. Non più giovanissimi, abbastanza distinti, si fermano davanti e senza grossi problemi, chiedono candidamente aiuto ad un addetto sulla soglia per fare una prova: la prima prova della loro vita. L’uomo molto gentile, che stava accanto a me, chiede loro se effettivamente non avevano mai fatto uso di canne e quindi consiglia loro un tipo che possono tranquillamente acquistare al banco alle sue spalle. Lei allora, fattasi coraggio, chiede se la possono consumare nel locale magari integrata con qualcosa da bere ma l’uomo glielo sconsiglia in quanto il tasso di fumo nei locali interni, potrebbe essere troppo pesante per chi si avvicina la prima volta.
La delusione sul volto di lei è grande, forse non se la sente di rimanere in strada con questa canna fra le mani ma l’uomo sempre con grande garbo, li esorta a fumare passeggiando in quanto non proibito con l’unica attenzione a non fermarsi a fumare accanto a bambini e persone fragili. La coppia si convince, acquista la canna, esce e se la accende sotto lo sguardo tranquillo dell’uomo dei consigli. Non resisto e decido di seguirli per la strada. Si avviano lentamente per la strada scambiandosi un paio di volte la canna; mi aspettavo colpi di tosse, lacrime, invece tutto normale solo che fatti pochi metri si fermano, parlano un po’ tra loro ed io sono obbligato a superarli anche camminando piano. Eccoli che si girano e si dirigono con decisione verso un piccolo parco lì vicino, cercano una panchina vuota e lontana da bambini e si siedono continuando il rito della canna. Solo che avendo superato il primo momento di imbarazzo, ora chiacchierano, ridono sonoramente (l’effetto della canna ?) e cominciano anche a farsi foto con atteggiamenti da… perduti nel fumo. E continuano a ridere mentre qualcuno dei passanti in bici li guarda di sfuggita, solo uno presta loro un pochino più di attenzione: il ciclista rosa.