Skip links

Medicina integrata: perché, per chi?

Tempo di lettura: 3 minuti

“Troppo spesso la medicina tradizionale è stigmatizzata e liquidata come non scientifica. Ma per milioni di persone è semplicemente medicina”.
Questa frase, che gronda buon senso, saggezza e senso della realtà, è anche l’estrema sintesi del II Congresso mondiale di salute e medicina integrata che si è tenuto a Roma pochi giorni fa e che si è aperto con la frase citata, pronunciata dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), Tedros Ghebreyesusche.

Dopo anni di contrapposizioni, sempre dogmatiche, tra quelli che “solo la Scienza ha diritto di parola” e quelli che “la scienza è solo big pharma, opponiamoci alla dittatura sanitaria!”, finalmente una parola ufficiale e di massima autorevolezza sul tema, quella di Ghebreyesusche, appunto, che pronuncia la definizione più appropriata: “medicina integrata”.

Il congresso si è tenuto dal 20 al 23 settembre nei pressi dei Fori Imperiali romani, all’Angelicum Congress Center, ed è stato organizzato dalla Fondazione Artoi per la Ricerca di terapie oncologiche integrate in collaborazione con Iscmr (International Society for traditional, complementary and integrative medicine research) e la European society for integrative medicine. L’assise ha visto la partecipazione di oltre sessanta paesi provenienti da tutti i continenti con un gruppo di poco meno di mille esperti d’eccellenza, che si sono riconosciuti nella necessità urgente di porre finalmente le basi per una sinergia tra medicine diverse.

Chissà se questo pone fine in Italia ad una campagna denigratoria, peraltro condotta ‘autorevolmente’ anche da figure come Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri, Piero Angela quando in vita, e altri illustri testimoni come ossessionati dalla necessità di mettere al bando metodi e rimedi provenienti dalla cosiddetta medicina alternativa che in realtà è più giusto chiamare medicina tradizionale, come opportunamente espresso dal direttore generale dell’OMS. Il risultato di questa campagna è stata la decimazione dei rimedi omeopatici disponibili nelle farmacie italiane in conseguenza a norme punitive, e ancor più ha ridicolizzato l’approccio olistico al paziente, sostenendo sempre più quello specialistico della medicina occidentale: ad ogni organo il suo dottore.

Molti gli studi e le ricerche presentati a Roma a riscontro di una tesi che incoraggia un dialogo aperto e arricchente tra cure a volte addirittura primitive e moderna innovazione scientifica. Tra questi, uno studio di Artoi condotto su sessanta pazienti affetti da glioblastoma, un tumore al cervello molto aggressivo e, purtroppo, spesso con recidive e esiti tristi. Qui l’integrazione nelle cure con radioterapia associata a Temozolomite, alla somministrazione di Poliatina (un polifenolo estratto dall’uva) e Curcumina (un estratto dalla curcuma, una spezia diffusissima in Asia), ha cambiato radicalmente i numeri e i tempi di sopravvivenza dei pazienti.

I quattro giorni romani hanno permesso di spaziare e approfondire con concretezza e sensibilità, proprio i trattamenti olistici integrati che vedono, per esempio, lo Yoga come disciplina efficace per curare stress, ansia, depressione, tensioni muscolari e Alzheimer. E poi, l’arteterapia, l’agopuntura, l’omeopatia, la fitoterapia, la mindfullness. Ma anche la pratica del nordic walking e soprattutto la buona alimentazione come cura importantissima. Cosa che mette in discussione severamente anche i regimi alimentari ospedalieri e delle case di cura.

E pensare che, se è vero che negli Stati Uniti fin dagli anni novanta i National institutes of health (Nih) offrivano nei loro centri servizi di “Medicina complementare e alternativa”, è pur vero che in Italia da oltre 15 anni, in Toscana, nonostante i Garattini, si applica con serietà scientifica e successo terapeutico quell’integrazione fortemente incoraggiata a Roma nei giorni scorsi.

In un’intervista del 2019 di Paola Magni per LifeGate, il dottor Luigi De Simone – responsabile sezione di anestesia del Centro di coordinamento aziendale per le medicine complementari dell’Azienda ospedaliera università di Pisa – dichiarava: “La regione Toscana è stata una delle prime in Italia a offrire nell’ambito del sistema sanitario regionale, la possibilità di accedere alle cure complementari come agopuntura, fitoterapia, omeopatia, medicina cinese. In particolare nell’ospedale di Pisa è possibile integrare i trattamenti convenzionali con farmaci omeopatici, agopuntura e fitoterapia in associazione ai trattamenti allopatici, andando così a sfruttare la sinergia tra le varie medicine. Stiamo parlando di medicina integrata, di oncologia integrata, e non di sostituire la medicina allopatica con altri tipi di medicina”.

Video: Il direttore generale dell’OMS Ghebreyesus inaugura il II Congresso Mondiale di Medicina Integrata e Salute con questo messaggio: https://www.youtube.com/watch?v=IKn4RTLxLlk&t=6s

Copertina: cura di una bimba con rimedi omeopatici – Foto Depositphotos.com

Explore
Drag