
“Spendi troppo!”, “Non guadagni abbastanza!”
Il rapporto con il denaro racconta la “monetizzazione” di valori, non solo quelli intrinsechi nelle cose o nelle azioni che vengono scambiati, ma anche valori di comportamento, abitudine, consuetudine e costume del tempo che viviamo.
Ognuno di noi ha un approccio più o meno volontario alla relazione con il denaro. Molto ci viene trasmesso dall’educazione che abbiamo avuto e che ci fa incorporare la nostra esperienza dentro dei binari che possono a volte portare la nostra vita verso una direzione “sbagliata”.
Ma la nostra situazione di vita ci colloca lungo una linea che va tra “chi ha denaro” e “chi non ne ha”. La mia cara amica Milena mi diceva “mio padre ha la pilla (è un modo bolognese per dire soldi/ricchezza economica), ma non io e non ne avrò mai come lui”.
Quando me lo diceva, mi rendevo conto che si ammazzava di lavoro per essere stimata anche economicamente dal padre oltre che da sé stessa. L’apprezzavo, ma sentivo anche una certa tristezza perché non riusciva a far capire la ricchezza che metteva a disposizione ogni giorno: la sua casa, la sua tavola, la sua accoglienza, la sua amicizia e sempre la sua mano tesa. Aveva un altro modo di risparmiare e spendere, con valori diversi.
Natalia Ginzburg avrebbe detto che il padre di Milena ha saputo inconsapevolmente “insegnare non le piccole virtù ma le grandi Virtù”. Le Virtù che non fanno perdere l’amore per la Vita. Ma suo padre, almeno in quel momento, non sapeva capire.
Milena faceva, per esempio, delle pratiche di ”igiene” e “salute” economica. Semplicemente rinunciava a spendere per “quei belli orecchini o quei bei vasi o qualsiasi altra cosa di utilità volatile” e li metteva nel “salvadanaio” per le “cause perse, ma giuste” dove era giusto aiutare qualcuno o qualcosa e presto, anche se era solo una goccia nell’oceano…
E, infatti, quando se ne è andata, giovane e bella, ha chiesto a tutti noi di mettere nel suo ultimo “salvadanaio” quello che avremo speso per i fiori per celebrare il suo passaggio e di aiutare una causa persa di persone che, come lei, erano colpite da un tumore cerebrale. Ancora oggi un causa persa ma giusta.
Ma la relazione con il denaro può essere anche imposta o sopportata con “piccole e grandi violenze”. Intendo semplicemente che si vivono relazioni con i soldi che minacciano o fanno perdere l’autonomia di una persona. Penso spesso a tutte quelle donne o uomini, giovani o vecchi che sono condizionati da altri nelle loro scelte, e anche nella loro vita, attraverso il denaro. Molte volte si arriva ad una vera e propria “violenza economica”.
Quante volte ho visto, e penso anche tu, persone che usano la propria superiorità economica per non far fare delle scelte e dirigere le scelte dei propri famigliari o dei propri collaboratori? Io si l’ho visto moltissime volte, soprattutto le vittime sono donne e giovani.
Alcune statistiche indicano che almeno 1 su 2 donne in Italia ha subito atti di violenza economica nella sua vita (per esempio esclusione dalle decisioni finanziarie, controllo del reddito, negare l’accesso ai conti bancari – il 21% delle donne non ha un conto personale, forzare il debito, fare sabotaggio e non consentire di produrre reddito – solo il 69% delle donne ha un reddito personale ecc.). E questo è tanto più vero rispetto ai giovani che, allo stato attuale, raggiungo l’autonomia economica molto tardi a causa della spaventosa precarietà (79,8% degli under 30 solo precari e solo il 20,2% stabili!)
Montse, un’amica e mentore, ha reso una vera e propria professione il portare alla luce storie di consapevolezza dove il denaro è lo strumento per condizionare le scelte delle persone, usato per “giocare” con il coraggio o lo spirito di conservazione di chi si vuole sottomettere, danneggiare o manipolare.
La consapevolezza del valore del denaro, nell’esperienza delle persone come noi, mi rende chiara che le pratiche di libertà passano soprattutto da noi e dalla nostra capacità di dare ai soldi, con serietà, e come direbbe la Ginzburg, senza nobiltà, soprattutto il valore di essere uno dei tanti strumenti che ci fanno esprimere l’unicità della nostra vocazione umana.
Quali piccola azione senti l’urgenza di fare per migliorare la tua educazione all’uso dei soldi?
Tony Servillo legge le “Piccole virtù” di Natalia Ginzburg da 25’ 28’’ del podcast di “Come un romanzo . Vite d’autore – Intesa San Paolo on Air”
Un piccolo esempio di “violenza economica” nel podcast di Rame
https://www.rameplatform.com/podcast/bombardata-di-amore-ho-lasciato-andare-la-mia-autonomia